HAI MAI MESSO LA VOCE IN MASCHERA?
Se sei uno studente di canto o hai studiato un po’ di tecnica vocale in passato allora lo avrai sentito dire di sicuro al tuo insegnante di canto, con parole simili: “Devi mettere la voce in Maschera!”
Si tratta di un’indicazione legata più a determinate sensazioni di vibrazione che di carattere prettamente tecnico, per indicare una zona facciale ben precisa.
Le motivazioni sono tra diverse, a volte contrastanti e spesso confuse.
L’idea che ci sta dietro è quella di riuscire ad amplificare la voce mandandola in una zona ben precisa del nostro volto, in modo da farle acquisire una specie di “super potere”.
Molti insegnanti di canto quando parlano della voce in maschera fanno riferimento ai famosi “risuonatori”, ossia ai nostri seni frontali, paranasali e mascellari.
Ma sono davvero utili per la fonazione?
Ci aiuteranno veramente a far risuonare ed “amplificare” la voce?

“Come Salvo, allora il lavaggio di cervello che ho ricevuto per anni dal mio insegnante non serviva a nulla?”
“Manda la voce in maschera!”
Adesso proviamo a rimettere i piedi per terra e cerchiamo di allontanarci dal tipico linguaggio metaforico che rimanda ad immagini che spesso non hanno attinenza con la nostra anatomia. Ciò che risuona realmente costituisce il “risuonatore” e quindi l’aria stessa che è contenuta nelle cavità che attraversa e non le cavità stesse in quanto tali.
Quindi, dove non passa aria non ci potrà essere alcun fenomeno di “risonanza” o amplificazione dei suoni.
Il suono viene creato grazie all’aria che attraversa le corde vocali contenute nella laringe e viene amplificato (risuona) nel tratto superiore, cioè:
- Nella laringe
- Nella cavità della faringe
- Nella bocca
- Nei seni para-nasali
- Nel naso
Maggiore chiarezza avrai su come funziona il fenomeno della risonanza del suono e più probabilità di cantare bene otterrai, potrai evitare così degli errori che solitamente fanno perdere tempo prezioso durante l’apprendimento della tecnica vocale, oltre che defocalizzarti dai risultati sperati.
È infatti possibile studiare la tecnica vocale per anni senza ottenere dei risultati accettabili o semplici miglioramenti, e molto dipende dalla strada che s’imbocca all’inizio del percorso.
La cosa importante è continuare a tenere davanti l’idea della voce che desideri raggiungere e perfezionare, è l’unico modo per essere proiettati alla soluzione e non rimanere impantanati nel problema.
PERCHÉ ALLORA SI DICE VOCE IN MASCHERA?
L’idea è quella di schiarire la voce e renderla quasi nasale, in questo modo aumenterà la percezione di emissione facile, mentre la voce stessa dovrebbe “correre” con maggiore fluidità. Di base però, il voler mandare la voce in una particolare zona del nostro corpo, risulta un’azione sbagliata per diversi motivi: il suono facile da cantare e morbido è sempre il frutto di una corretta respirazione, postura e gestione del fiato, tutte le altre azioni che hanno lo scopo di creare un suono “tipico” ti renderanno l’apprendimento del canto solamente più artificiale e complicato.
Un altro esempio classico è quando l’insegnante canto di turno dice:
“Fai risuonare la voce in testa!”
Anche questa frase rientra nel linguaggio figurato dei maestri di canto che tentano di spiegare la voce attraverso le sensazioni vibratorie. Il rischio di insegnare solo in questi termini è quello di cercare il suono nelle “sensazioni” create dal suono che vibra, e di andare in crisi quando queste non vengono percepite distintamente.
È in questi casi che solitamente assistiamo a quella che io chiamo “la proiezione delle frustrazioni”: l’allievo si ritrova ad essere colpevolizzato per “non capire” e non riuscire ad eseguire ciò che l’insegnante ha nella testa e sta tentando di spiegare con delle immagini che nella realtà non esistono.
Dunque, in questo caso l’errore sta in chi insegna e non in chi sta cercando di apprendere, visto che cantare in maschera e cantare in voce di testa non indicano delle zone di risonanza del suono bensì di consonanza, cioè di vibrazione.
Se cantando alcune note acute ti è capitato di sentire un giramento di testa o una sensazione di vuoto nella zona del cranio, ecco, quella è la tipica sensazione vibratoria che ha innescato il processo di fonazione del suono, niente di preoccupante, sono state le ossa della tua testa, mascella, tempie, a vibrare insieme al flusso sonoro.
Per questo motivo, quando si dice di cantare in voce di testa si fa riferimento ad una sensazione vibratoria e non ad un meccanismo laringeo, legato al fatto che il canto su determinati suoni più acuti restituisce delle sensazioni vibratorie nella zona della “maschera” prima e della “testa” dopo (cranio).
LA VOCE IN MASCHERA NON È RISONANZA MA CONSONANZA
Come ho appena detto, quindi, tentare di imparare a cantare seguendo le sensazioni vibratorie tipo quello della voce in maschera, è un metodo fallace che fa acqua da tutte le parti. Te lo dice uno a cui per anni hanno fatto il lavaggio del cervello sull’unica tipologia di voce che avrei dovuto utilizzare: la voce di petto.
Mi dicevano di sentire le vibrazioni al livello del petto oltre a farmi fare dei vocalizzi per tentare di portare la stessa vocalità verso la zona acuta.
Vuoi sapere con quali risultati?
Pessimi, visto che la voce era pesante da sostenere e impossibile da portare in avanti!
La voce di testa poi viene adoperata comunemente come sinonimo della voce “passata di registro” anche se non è proprio corretto, per praticità didattica però possiamo anche permetterci questa licenza poetica.
In definitiva la voce in maschera, la voce di petto o la voce di testa, quindi, non hanno niente a che fare con i REGISTRI VOCALI, che invece sono dati da un insieme contiguo di note della stessa qualità timbrica grazie a meccanismi laringei che possono vedersi con una semplice laringoscopia.
Non avendo a che fare niente con la possibilità di amplificare, potenziare o far risuonare il suono, rimangono solamente delle sensazioni che di fatto non contribuiranno in modo significativo a dare la giusta direzione al suono emesso.
Se lavorerai piuttosto sulla respirazione centrale e ti applicherai sulla comprensione del funzionamento del diaframma, in modo da creare il giusto appoggio e sostegno dei suoni, allora quanto meno te lo aspetti, troverai quella facilità di canto che nemmeno immaginavi.
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In definitiva: come possiamo usare la voce in maschera per cantare?
Ha senso continuare a parlarne durante lo studio del canto?
Personalmente non ne parlo quasi mai, se avrai lavorato bene sui tre elementi base (gestione del fiato, sostegno e risonanza) ti ritroverai la voce a posto, naturalmente avanti e senza necessità di usare espedienti artificiali.
Ti consiglio comunque di ricercare sempre dei suoni brillanti piuttosto che ovattati e di evitare di gonfiare i suoni nella zona centrale della tua estensione vocale, questa è una linea guida preziosissima che se mi avessero indicata agli inizia, mi avrebbe risparmiato anni di errori e difficoltà nel canto.
Se avrai lavorato bene prima, la tua voce risuonerà naturalmente, diventerà più amplificata e avrai la sensazione (reale) di sentirla sempre vicino agli zigomi, il tutto senza doverci mai pensare.
Ti auguro un buon allenamento vocale 😉
Salvatore
2 risposte
Concordo in tutto ciò che hai scritto pure io sono stato vittima di vecchi sistemi devianti solo dopo averti conosciuto e studiato con te sto ottenendo risultati pazzeschi che mai avrei pensato e anche vero che ad oggi studio quotidianamente sono più motivato perché vedo il miglioramento prima no quindi mi avvilivo ora sto già avendo i primi successi grazie al tuo metodo grazie sempre Angelo Cortelli