“FREDDIE MERCURY ERA UN BARITONO”. A DIRLO FU IL CELEBRE SOPRANO MONTSERRAT CABALLÉ: VERO O FALSO?
Di seguito vi propongo uno studio approfondito relativa all’analisi vocale del rocker più famoso del pianeta: Freddie Mercury che voce aveva?
Durante un’intervista di una giornalista di qualche anno fa, il soprano più famoso di Spagna, Montserrat Caballé, dichiarò che la voce del suo partner d’eccezione (per l’esecuzione di Barcelona) fosse da “baritono”.
Da quel momento in poi sono circolate delle voci di corridoio, leggende metropolitane e quant’altro relative alla timbrica di Freddie Mercury, che di fatto hanno poca attinenza con la realtà.
Nel 2017 è stato pubblicato uno studio effettuato da alcuni ricercatori intitolato: “Freddie Mercury – acoustic analysis of speaking fundamental frequency, vibrato, and subharmonics”, da cui viene fuori in modo ipersintetico che alcune frequenze della sua voce fossero “tipiche” della voce da baritono.
“Freddie Mercury è stato uno dei più noti cantanti di musica contemporanea commerciale del ventesimo secolo. Questo studio presenta un’analisi acustica della sua produzione vocale e del suo stile di canto, basata sull’analisi percettiva e quantitativa delle registrazioni sonore disponibili al pubblico. L’analisi di sei interviste ha rivelato una frequenza fondamentale parlata mediana di 117,3 Hz, che si trova tipicamente per una voce baritonale. L’analisi delle tracce vocali isolate dalle registrazioni dell’intera band ha suggerito che l’intervallo della voce cantata era di 37 semitoni all’interno dell’intervallo di intonazione da F # 2 (circa 92,2 Hz) a G5 (circa 784 Hz). La prova di fonazioni superiori fino a una frequenza fondamentale di 1.347 Hz non è stata ritenuta affidabile. L’analisi di 240 note sostenute da 21 registrazioni a cappella ha rivelato un tasso di modulazione della frequenza fondamentale (vibrato) medio sorprendentemente alto di 7,0 Hz, raggiungendo la gamma del tremore vocale. L’analisi quantitativa che utilizza un parametro di nuova introduzione per valutare la regolarità del vibrato vocale ha corroborato la sua natura percettivamente irregolare, suggerendo che la (ir)regolarità del vibrato è una caratteristica distintiva della voce che canta. L’imitazione di campioni di fonazione subarmonica da parte di un cantante rock professionista, documentata da un video endoscopico ad alta velocità a 4.132 fotogrammi al secondo, ha rivelato uno schema vibratorio bloccato in frequenza 3:1 delle corde vocali e delle pieghe ventricolari. suggerendo che la (ir)regolarità del vibrato è una caratteristica distintiva della voce che canta. L’imitazione di campioni di fonazione subarmonica da parte di un cantante rock professionista, documentata da un video endoscopico ad alta velocità a 4.132 fotogrammi al secondo, ha rivelato uno schema vibratorio bloccato in frequenza 3:1 delle corde vocali e delle pieghe ventricolari. suggerendo che la (ir)regolarità del vibrato è una caratteristica distintiva della voce che canta. L’imitazione di campioni di fonazione subarmonica da parte di un cantante rock professionista, documentata da un video endoscopico ad alta velocità a 4.132 fotogrammi al secondo, ha rivelato uno schema vibratorio bloccato in frequenza 3:1 delle corde vocali e delle pieghe ventricolari”.
Ma andiamo per ordine.
Lo studio NON dice che Freddie Mercury avesse la “voce da baritono”, anche perché in quel caso avrebbero dovuto rivedere la definizione stessa di voce baritonale, cioè una voce di estensione media che parte dal LAb1 (sistema musicale italiano) al LA3, mentre la sua partiva da una FA1 (con microfono molto vicino) fino al FA4 e oltre, dunque già sulla carta rientra nella classificazione di un tenore con una notevole estensione indubbiamente.
Tenore perché la definizione stessa di questo timbro è quella di una voce che parte dal DO2 fino al DO#4 (in media), quindi spostata più verso la zona acuta.
Dunque, se vogliamo definire correttamente la sua vocalità, separandola dal grande personaggio quale è stato e considerando la timbrica in consonanza di testa piuttosto brillante, con l’acuto in tasta, direi senza alcun dubbio che la sua fosse una voce da Tenore Leggero.
Ecco perché la voce di Freddie Mercury non poteva essere da baritono
Ci sono altre spiegazioni tecniche, di cui certamente dobbiamo tenere conto se vogliamo ottenere un’analisi quanto più oggettiva possibile, mi riferisco al fatto che il suo timbro fosse “tipico” della voce di tenore (sì, lo stesso del tenore Duca di Mantova che Verdi descrisse nel suo Rigoletto o di Nemorino a cui Donizetti da vita nella sua opera L’elisir d’amore), ma non solo il colore ci dava indicazioni della sua reale vocalità.
Anche il passaggio la capacità di cambiare il registro vocale sul LA3, una zona piuttosto acuta, non poteva
Questa fu molto probabilmente anche una delle cause che gli procurò dei problemi alle corde vocali, mi riferisco quindi al fatto di cantare eccessivamente in meccanismo M1 (semplifico in voce di petto).
Da questo viene fuori che NON poteva essere in alcun modo un baritono, perché altrimenti al massimo avrebbe potuto girare la voce (cambiare il registro) sul FA#/SOL3 seppur con uno sforzo non indifferente.
Tornando adesso al grande soprano spagnolo Montserrat Caballé, di fatto lei è stata una grandissima interprete del 1900, spaziando in un repertorio piuttosto vasto e con i migliori direttori d’orchestra, dunque questo non si discute.
Quello che invece può essere messo in discussione è la sua preparazione tecnica relativa all’insegnamento del canto, piuttosto improvvisata.
Avete presente quando dico che chi canta con un grande talento naturale non sempre sarà in grado di spiegare ad altri cosa fare esattamente per imparare a cantare?
Ecco questo è il caso.
Nonostante la sua eccezionale carriera e la stima incondizionata che serbo per lei come interprete esemplare dello stile belcantistico nel ‘900, in fatto di voci e di insegnamento durante le sue masterclass lasciò molto a desiderare.
Pensate che Montserrant Caballé propose a Freddie Mercury un duetto d’Opera tratto da Traviata di G. Verdi (il duetto tra il baritono Germont padre e il soprano Violetta fidanzata del figlio Alfredo) in cui il personaggio in questione è incarnato da una voce piuttosto lirica, se non drammatica (baritono scuro).
Provate ad ascoltare una qualunque versione del famoso duetto di Traviata partendo da “Madamigella Valerì!” e vi renderete conto da soli della differenza timbrica di colore e di estensione
Ora, immaginate se una cantante del calibro della Caballé avesse definito la voce di uno/a di noi, quanta importanza le avremmo dato?