Quanto conta per te riuscire a “cantare bene”?
Dimmi la verità, quanto conta per te realmente imparare a cantare bene?
Quanto ti fa stare bene il solo pensiero di riuscire a padroneggiare la tua voce ogni volta che vuoi intonare i tuoi brani preferiti?
Lo so, molti non riescono a percepire fino in fondo questa nostra passione, non si spiegano cosa ci sia di così importante nell’intonare delle canzoni, arie d’opera o partecipare ad una semplice competizione di karaoke…
Per me il canto è stato importantissimo fin dal primo giorno che l’ho scoperto, solo che…
Quando arrivai in Conservatorio a Ferrara la prima cosa che mi dissero in giuria fu:
“Bella voce Cilia, hai davvero un bel timbro da baritono… peccato che canti con la voce indietro!”
Come ti saresti sentito dopo tre anni di sacrifici buttati al vento?
Avevo infatti già studiato tre anni di tecnica vocale prima, dunque sentire quelle parole è stato come ricevere un pugno allo stomaco a digiuno!
Detto fra noi, non mi interessava proprio niente di avere una “bella voce” se poi non sapevo ancora come usarla per davvero… francamente avrei preferito avere una brutta voce con un’ottima padronanza tecnica!
Ma c’era dell’altro: avevo una paura matta di cantare le note acute, tant’è che evitavo come la peste tutti i brani in cui erano contenuti i SOL3!
Su dieci acuti, quattro non venivano.
Non poteva essere normale…
Ne parlai più volte con la mia insegnante di canto ma, anziché incoraggiarmi ed aiutarmi a trovare una soluzione concreta, mi parlava di sé e dei suoi successi passati, di quanto fosse stata brava, bla, bla, bla…
Quello che mi ripeteva a lezione era di inspirare gonfiando la pancia e di indurire l’addome ma… niente da fare, non funzionava!
Forse il problema ero io?
Me lo sono chiesto più volte.
Sembrava che nessuno mi potesse aiutare davvero…
Quindi decisi di rimboccarmi le maniche e di cercare una soluzione senza più frignare, alla fine si trattava di me, della mia voce e avrei dovuto essere io “l’artefice del mio destino”, non potevo delegare la mia vita e le mie responsabilità a questo o quell’altro insegnante.
Il mio sogno rimaneva di cantare bene e con sicurezza dalla prima all’ultima nota.
Andai a Venezia, a Vicenza, a Bologna e a Mantova, seguii delle master class di cantanti d’Opera ma niente!
Sentivo che mi stavo avvicinando alla soluzione ma non capivo ancora quale fosse esattamente il PROBLEMA!!
Erano passati più di sei anni dai miei inizi e, spesso, chi mi ascoltava mi diceva: “Quando canti è come se trattenessi la voce!”
Mi veniva da sbattere la testa al muro!
Avevo girato diversi insegnanti sparsi per l’Italia, avevo speso qualche migliaio d’euro tra viaggi, lezioni e pernottamenti in alberghi vari, il tutto mentre lavoravo con un’attività in proprio.
Avevo iniziato a studiare con uno bravo (almeno così sembrava) e nel frattempo passarono altri tre anni… ben tre anni della mia vita!!
Una volta, partecipando all’ennesima master di canto a Firenze, l’insegnante mi disse una cosa che mi lasciò di stucco: analizzò il mio modo di respirare e capì che stavo sbagliando qualcosa.
Mi disse: “Tu stai bloccando il diaframma in basso e in questo modo trattieni il flusso d’aria che ti serve per cantare, fai l’esatto contrario di ciò che serve per liberare il suono!”
Cavolo, finalmente avevo individuato il problema ma non del tutto la soluzione!!!
Non ci crederai, ma la soluzione definitiva arrivò dopo altri quattro anni di studio e di frustrazioni, e con un altro insegnante.
Con lui mi si aprì un mondo completamente nuovo davanti: dal FA1 al SIb3 la voce iniziò a rispondere come se stessi schiacciando l’acceleratore seduto su di una Ferrari da 700 cavalli!
Fu lui a rivelarmi la Respirazione Centrale e il movimento inverso del diaframma!
Adesso le cose funzionavano come fare 2+2…
“Se solo l’avessi saputo prima!!“
Nel frattempo mi si presentò l’occasione di un concorso per cantanti lirici: al vincitore veniva affidato il ruolo principale per la Bohème di Giacomo Puccini e, arrivato in finale, mi dovetti “scontrare” con un altro baritono molto preparato.
Il verdetto della giuria fu unanime: avevo appena vinto il ruolo di Marcello, con una menzione speciale del presidente di giuria:
“Siamo felici di aver trovato un interprete dalla bella voce baritonale che canta come facevano i cantanti di una volta”.
È stato facile? Assolutamente no.
È stato soddisfacente? Assolutamente sì.
Ho dedicato oltre 20 anni della mia vita allo studio del canto, 15 dei quali li ho trascorsi a cercare di capire “cosa fare esattamente” e cosa correggere della mia precedente tecnica vocale, tutto per riuscire a cantare con voce libera le note che mi appartenevano, ma adesso voglio risparmiarti anni di frustrazioni e errori.
Se lo vuoi veramente e sei disposto a metterti in gioco, la soluzione sta proprio davanti a te.
Se ti senti bruciare dentro ogni volta che canti una canzone o un’aria d’Opera allora significa che possiedi il fuoco del cantante e nessuno potrà mai spegnerlo.
Nessuno!
Se lo senti affievolito e hai smesso di crederci perché non hai trovato l’insegnante giusto, perché non hai più venti anni o perché i tuoi cari hanno smesso di credere in te, allora è questo il momento di riaccenderlo e di farlo rivivere.