Per imparare a cantare bene non devi diventare prima un Foniatra, ecco perché…

imparare a cantare

CHI HA DETTO CHE PER IMPARARE A CANTARE BENE DEVI DIVENTARE UN TECNICO ESPERTO DI LARINGE?

È possibile imparare a cantare bene senza diventare prima un logopedista o foniatra?

Quante nozioni tecniche devi imparare prima di riuscire a cantare una frase ben intonata? E prima di cantare davanti ad un pubblico?

Ma è davvero necessario diventare un tecnico super esperto della laringe umana e delle sue caratteristiche intrinseche?

Ricordi quando hai detto la tua prima parola? I tuoi genitori ti avranno sicuramente rivelato quale sia stata e quando sia successo.


Bene, quale regola di grammatica hai dovuto apprendere prima di iniziare a parlare? Quante pagine di quaderno hai dovuto riempire con le cinque vocali dell’alfabeto italiano?

Come hai detto? Zero? Esatto!

Dunque per iniziare a parlare tutti gli essere umani fanno una semplice cosa che si chiama IMITAZIONE: ogni bambino dopo l’anno di vita inizia a sillabare delle parole, ripetendo quello che mamma e papà gli ripetono continuamente.

Dalla parola si passa alla frase, dalla frase ai discorsi e così via.

E per imparare a cantare?

Come si fa invece ad imparare a guidare un’auto? Per prendere la patente bisogna fare prima gli esami di meccanica per sapere esattamente come funziona la combustione del carburante, la differenza tra un motore aspirato e uno turbo?

Il funzionamento del carburatore prima e degli iniettori dopo? Come si monta un catalizzatore o come si scarica il particolato? Non credo proprio.

Imparare a cantare può diventare molto difficile se ti affidi a tecnici che parlano il “tecnichese” del canto. Può diventare una cosa talmente odiosa da farti passare pure la passione per il canto stesso, che ti ricordo essere il fine della tecnica vocale.

IMPARARE A CANTARE BENE EVITANDO IL LINGUAGGIO TROPPO TECNICO È POSSIBILE 

Riesci a capire sempre tutto di ciò che il tuo insegnante di canto ti dice durante le lezioni?

Questa è una domanda basilare per ogni studente che si avvicina alla Tecnica Vocale e che vuole imparare a cantare: non si tratta di una disciplina incomprensibile e complicata, al contrario deve essere comprensibile anche da un bambino, altrimenti sarà meglio per te rivolgerti ad un altro insegnante.

imparare a cantare

Se il tuo insegnante ti continua a parlare di M0, M1, M2, M3 di muscolatura intrinsecamuscolatura estrinseca, invece di farti ascoltare semplicemente degli esempi di come effettuale il cambio di registro, evitando di concentrare la forza muscolare intorno alla zona del collo piuttosto che nell’addome, magari riusciresti prima ad apprendere la tecnica vocale, e senza fissazioni tecniche.

Forse avrai sentito parlare del metodo (definito “non metodo” da Jo Estil stessa) Voicecraft di Jo Estil (Josephine Estill Vadalà), una cantante lirica con un’attività intensa tra gli anni 1972 al 1979, nominata Istruttore Vocale presso il Dipartimento di Otorinolaringoiatria dell’Upstate Medical Center di Syracuse, New York.

La quale per tanti anni fu a contatto con foniatri e logopedisti presentando il suo metodo di insegnamento di tecnica vocale (speech, falsetto, sob, cry, twang, opera, belting) che prevede un linguaggio piuttosto complesso e tecnico lontano dal metodo tradizionale classico.

Non sto dicendo che imparare a cantare bene sia una passeggiata di salute, ma per anni ho cercato un modo più limpido possibile di comunicarlo, che fosse comprensibile anche da un bambino di sei anni, a cui (spero) nessuno gli insegnerà prima i concetti di laringe, risonanze di petto, di testa e quant’altro.

Ad essere onesto non sono d’accordo nemmeno con il modo di insegnare canto che sia totalmente empirico, basato esclusivamente sulle sensazioni, ad esempio: “Prendi il suono dalla punta del naso e trascinalo su per la testa, facendolo arrivare al collo…”

Ti assicuro che non sto scherzando!

Questo era un metodo di insegnamento di un noto soprano (cantò pure con Mario Del Monaco) che non aveva alcuna attinenza con la realtà.

Quando alla fine della lezione le chiesi: “Ok, ma come devo respirare?” lei non seppe rispondermi!

Feci due lezioni con lei, pernottando in un albergo della sua città, pagai le lezioni a peso d’oro non portandomi a casa niente.

Io vengo dalla scuola italiana del “Bel Canto”, quella che abbiamo insegnato al mondo intero e che tutti ci invidiano tutt’oggi. La scuola da cui provengo io aveva come obiettivo unico quello di rendere il canto la cosa più bella e naturale possibile da fare.

Bel Canto italiano: come imparare a cantare dalla Scuola che ha fatto storia

Imparare a cantare deve essere semplice come lo è stato per noi imparare a parlare. Deve essere istintivo, facendo riferimento a quello che la nostra natura ci ha messo a disposizione: la respirazione, la parola e il sorriso.

Bel canto: Canto caratterizzato da perfetta educazione della voce, rispetto alle varie esigenze musicali, allo scopo di preservare la bellezza del suono.

Mezzi per raggiungere tale fine sono l’emissione sempre morbida dei suoni, l’omogeneità dei registri, l’agilità nei vocalizzi, la capacità di rinforzare o stemperare una nota ecc.

Periodo, scuola, stile del bel vanto si dicono per eccellenza quelli della pratica virtuosistica italiana dei sec. 17°, 18° fino ai primi decenni del 19°. Lo stile di questa epoca fu caratterizzato da una ricchezza di passaggi vocalizzati, pieni di ornamenti e di colorature, che venivano improvvisati dai cantanti soprattutto nel da capo delle arie, da un virtuosismo spinto in tutti i registri vocali, dalla presenza di falsettisti naturali, ovvero i cantanti evirati, che imponeva come modello vocale un timbro asessuato e stilizzato.

La base tecnica ed espressiva proveniente dal repertorio classico resta la scuola principale in grado di farti imparare il canto sfruttando interamente il potenziale della tua voce.

Jo Estil stessa è stata una cantante lirica per anni, dunque la sua base essenziale era quella proveniente dallo studio classico e sentirla cantare all’età di ottanta anni con morbidezza e rispetto del fraseggio, è una conferma di quello che ho scritto sopra.

In questo articolo voglio solo farti capire che è facile sentirsi confusi tra tante proposte di insegnamento di tecnica vocale, ma evita l’errore di cercare la scorciatoia per arrivare prima. Fai attenzione ai venditori di fumo che credono di avere la verità in tasca ma non sanno cantare né si lasciano capire quando spiegano!

Le furbizie di alcuni insegnanti di canto moderno (o lirico) ti porteranno inevitabilmente ad avere delle gravi mancanze tecniche dopo, quando mentre canti avresti bisogno di punti di riferimento costruiti in modo solido.

Una considerazione importante da fare a questo riguardo ha a che fare con lo studio di uno strumento, che possa essere il pianoforte, la chitarra classica, il violino ecc.

Se vuoi apprendere una buona tecnica per suonare uno di questi strumenti, devi passare necessariamente dallo studio classico, passando per i vari autori come Bach, Scarlatti, Mozart, Beethoven, Liszt, ecc. da lì dopo potrai decidere il genere e il repertorio da suonare.

IMPARARE A CANTARE PRIMA PER ESEGUIRE UN REPERTORIO DOPO 

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Per il pianoforte, ad esempio, dopo dieci anni di studio classico se deciderai di passare alla musica pop sarà una “passeggiata di salute”. Sbizzarrirti a suonare, sarà come passare dalla guida abituale di una Ferrari ad una Panda ultimo modello (in termini di difficoltà).

Lo stesso vale per gli altri strumenti: chitarra, violino, tromba, ecc.
Ma la stessa identica cosa vale per chi vuole imparare a cantare al massimo delle proprie possibilità timbriche e vocali: chi proviene dal canto lirico avrà sempre una marcia in più rispetto a chi proviene invece dal solo canto moderno (molto più limitato).

L’intelligenza e la preparazione dell’insegnante poi, devono stare nel sapere adattare la tecnica al repertorio da eseguire: non si può cantare una canzone di Lucio Battisti con un’impostazione lirica da Aida!

Se il tuo insegnante di canto lirico canta tutto allo stesso modo, chiaramente non ci siamo!

Ti posso assicurare che lo stesso vale per i cantanti di Opera lirica stessa: non tutti i repertori vanno cantati con la stessa intenzione.

La vocalità e la leggerezza saranno direttamente proporzionali all’avanzare degli anni; partendo quindi da un repertorio più “leggero” del periodo barocco degli inizi del 1.600 alla fine del 1.700 circa, per arrivare al periodo classico per eccellenza che è il Romanticismo, con Giuseppe Verdi e le sue potenti orchestrazioni che richiedevano delle voci più potenti, scure e di intensità vocale drammatica.

A fine ‘800 e inizio del ‘900 abbiamo il Verismo, con Puccini insieme a Pietro Mascagni, Ruggero Leoncavallo, Umberto Giordano, Francesco Cilea, i cui repertori richiedono caratteristiche vocali (prima) e capacità tecniche (dopo) di importanza notevole.

Quindi mentre la tecnica base per imparare a cantare resta la stessa –  Belcanto italiano – va poi adattata al repertorio da eseguire: un tenore leggero non potrà mai cantare (in modo credibile) un’opera come Il Trovatore di Verdi o Turandot di Puccini, e così via.

DA DOVE PARTIRE PER IMPARARE A CANTARE SUL SERIO? 

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Scrivile sotto tra i commenti 😉

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Salvatore Cilia

Cantante Lirico e creatore di Voce al Top­­™, il metodo di canto che ti permette di aggiungere fino ad una ottava di estensione alla tua voce in un terzo del tempo a prescindere dal genere musicale.

4 risposte

  1. Davvero utilizzissimo tutto quanto finora ho letto.E’ vero!!la mia prima insegnante di canto mi diceva devi portare il suono avanti, o devi portare il suono in alto ma che c……significava allo ra per me?? Cosa voleva dire?? Spiegamelo!! E io entravo in crisi…poi piano sono entrata in questo mondo..studiando..cercando e cam quando anche scuola… adesso in questa scuola le cose me le spiegano e me le fanno applicare e hanno un senso!!

  2. Antonella, il problema parte spesso da un linguaggio figurato che non ha attinenza con la realtà a cui se ne contrappone uno eccessivamente tecnico, mentre l’apprendimento diventa tutt’altro che pratico.
    In bocca al lupo per la tua voce 😉

  3. Un articolo chiaro è pieno di verità. Sull’imitazione voglio aggiungere che dopo la scoperta dei neuroni a specchio che servono anche per imparare guardando gli altri in questo caso ascoltando gli altri, l’articolo mi è sembrato ancora più attuale.
    Chi inizia a cantare facendo uno studio troppo accurato della laringe e come chi vuole suonare il pianoforte e studia solo solfeggio. Come in tutte le arti ci vuole il sapere e il saper fare in questo caso il saper fare Secondo me è prevalente per il successo. Ci sono tantissime storie di famosi artisti in genere chitarristi che non conoscevano il solfeggio è tutta la teoria musicale ma hanno fatto un grande successo per la capacità tecnica e per L’innovazione che mettevano nei loro brani.

    1. Il fatto è che riuscire a cantare bene nella realtà è molto più facile di quello che sembra e di come viene presentato… Come dico sempre il lavoro dei cantanti è quello di trasformare tutta l’aria in suono. Dobbiamo occuparci di farlo al meglio e senza diventare necessariamente scienziati, visto che ci serve la pratica 😉

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