PASSAGGIO DI REGISTRO VOCALE: ECCO COME AUMENTA L’ESTENSIONE DELLA TUA VOCE

COME EFFETTUARE IL PASSAGGIO DI REGISTRO VOCALE CORRETTAMENTE?

Il passaggio di registro vocale ( o cambio di registro) è uno tra i temi più caldi tra i cantanti che vogliono intonare gli acuti senza sentirsi “strozzati” in gola.

Ti piacerebbe provare finalmente quella sensazione di “liberazione totale” ogni volta che canterai i tuoi acuti? Come fare?

Avere una grande passione per il canto non sempre è sufficiente per riuscire ad eseguirlo nella maniera più corretta. Sono in tanti a parlare del passaggio di registro ma solo in pochi quelli che riescono ad applicarlo ottenendo risultati soddisfacenti.

Ad oggi, ho ascoltato molti cantanti che ancora fanno confusione con il suo funzionamento. Altri non sono sicuri di saperlo effettuare, così tentano di cantare le note acute seguendo il loro istinto: spingendo di forza con la speranza che qualcosa prima o poi si sblocchi da sola.

Ci sono poi gli insegnanti di canto “negazionisti” del passaggio di registro vocale, secondo loro non esiste nessuna differenza nell’ambito dell’estensione vocale umana, per loro la voce è “una” ed è tutta uguale, mentre l’unico cambio di registro è quello che ci creiamo nella nostra mente.

Una questione prettamente psicologica dunque, sempre secondo loro.

Che la voce sia una sola è anche vero, ma cerchiamo di capire come usarla tutta, dalla prima all’ultima nota.

Ora, per evitare quanto più possibile i tecnicismi – che delego volentieri ai logopedisti e ai foniatri – vorrei sapere da te, se quando canti senti la voce tutta uguale oppure ad un certo punto senti come un “gradino” che ti costringe a fermarti o a proseguire in falsetto?

Ecco, se hai risposto come credo, la sensazione di “ostacolo fisico” che provi è in realtà un punto esatto delle tue corde vocali in cui avviene un “passaggio di testimone” tra i muscoli che tendono le corde vocali nella voce parlata (voce di petto) e i muscoli che tendono le corde vocali nella zona più alta (voce di testa).

Quello che succede nella realtà del mondo dei cantanti è che ognuno canta un po’ come gli pare, e questo potrebbe andarmi anche bene, fino a quando però non incontro quell’insegnante convinto di avere ricevuto un’illuminazione speciale e quindi decide di trasformarsi in Vocal Coach per fare DANNI.

Ho visto e sentito dei disastri trasversali che fanno specie pure a raccontarli: da nomi nel campo dell’Opera lirica, i quali hanno palesemente scambiato il timbro di un basso con quello di un tenore, a vocal coach famosi nel mondo del canto moderno che non sanno spiegare come cantare dopo il passaggio.

Non di rado tenori vengono scambiati per baritoni, soprani per mezzosoprani, ecc. È successo anche a me in Conservatorio di musica: prima di diplomarmi mi dissero che ero un BASSO e non più un baritono! E questo perché non sapevano spiegarmi come gestire i miei acuti.

Ho ascoltato delle ragazze che studiavano canto moderno da dieci anni (10 anni!) a cui il proprio insegnante non aveva MAI spiegato cosa fosse il passaggio di registro vocale.

Bellissima voce da soprano, ma al DO4 si strozzava letteralmente. Morale della favola: trenta minuti dopo averle spiegato cosa fare, cantava su un DO#5 senza alcuna fatica.

No, non è magia ma Tecnica Vocale.

Questa è ciò che può  fare in pochissimo tempo l’applicazione del Passaggio di Registro Vocale, che ti permette di passare dalla voce di consonanza di petto alla voce di consonanza di testa senza alcuna forzatura, ma con voce facile.

Quello che scoprirai sarà una “nuova voce” che non sapevi nemmeno di possedere.

Il primo passo che devi fare, prima di capire a quale altezza effettuare il passaggio di registro vocale, sarà quello di individuare esattamente il tuo timbro vocale: ogni voce ha una zona diversa di passaggio.

=> Leggi l’articolo in cui parlo dei registri vocali femminili e i registri delle voci maschili.

COSA È IL PASSAGGIO DI REGISTRO VOCALE E COSA SUCCEDE NELLA NOSTRA LARINGE?

Il passaggio di registro vocale è il cambio di modalità vibratoria delle nostre corde vocali: nella voce parlata vibrano con la massa spessa, mentre salendo con le note le corde vocali si assottigliano, riducendo quindi la loro massa vibratoria.

Ci sarà dunque una zona di transizione tra le due tipologie di vocalità – corde più spesse e corde assottigliate – in cui interverranno dei muscoli diversi.

Il muscolo tiroaritenoideo è quello che interviene maggiormente nella zona grave della fonazione: nella voce parlata o cosiddetta “di petto”.

Il muscolo cricotiroideo invece è più attivo nella zona acuta della nostra voce: nella voce più acuta o “voce di testa”.

Per cantare nella zona più acuta dobbiamo quindi dare la possibilità alle nostre corde vocali di allungarsi, questo per potere vibrare più velocemente (con un frequenza maggiore) e per potere intonare dunque i suoni più alti. 

“Ma come Salvo, non avevi detto niente ‘tecnicismi’?”

Lo so, te lo avevo promesso, ma ti ho dato la dose minima indispensabile per farti capire che non è solo una cosa “psicologica” – come dicono i ‘guro vocal coah’- insomma non è proprio una questione di “potenza della mente”, ma esistono dei meccanismi reali dentro la nostra laringe che producono la fonazione attraverso le corde vocali.

Fai attenzione, perché la preparazione delle nostre corde vocali al passaggio di registro vocale va fatta senza nessuna forzatura o costrizione alcuna.

Chiarito il concetto di “cambio” della nostra zona di voce parlata e zona di voce più acuta, adesso dobbiamo capire come effettuarla.

Ci sono diversi modi per farlo: la PRONUNCIA è la chiave di questo meccanismo, che risulterà molto semplice da attuare nella pratica.

Pronunciare dunque in modo diverso le vocali è uno dei modi a nostra disposizione:

      • la Ò aperta la pronunceremo come Ó chiusa;
      • la È aperta la pronunceremo come É chiusa (alla francese).

Bada bene, una volta appreso il meccanismo, abituerai la tua voce ad un cambio automatico, spontaneo e senza doverci più pensare.

Nel canto lirico questo è un modo molto utilizzato che permette di “girare” i suoni, di proiettarli cioè con facilità nel registro cosiddetto di testa. Si predispone la nostra laringe con un leggero e morbido abbassamento che ci porterà ad alzare anche il palato superiore, in posizione di sbadiglio, esatto, quello quello facciamo al mattino appena svegli o alla sera stanchi prima di andare a dormine.

La posizione dello sbadiglio preparerà lo spazio necessario all’inclinazione tiroidea delle cartilagini in modo da permettere alle corde vocali uno spazio maggiore di vibrazione nella loro massa spessa.

“Ehi Salvo, ma parli proprio dello sbadiglio sbadiglio? Lo stesso che mi viene quando provo a leggere i trattati degli scienziati della teoria?”

L’hai detto!

Bada bene, la posizione dello sbadiglio va usata come studio tecnico in modo da creare lo spazio necessario per fare passare il suono in modo naturale. Ti ricordo che le nostre casse di risonanza, dove viene amplificato il suono creato attraverso le corde vocali, sono la faringe, il palato superiore e la bocca.

Anche il naso è un risuonatore, ma evitiamo di usarlo perché la voce nasale non è proprio il massimo.

Dicevo che lo sbadiglio va dosato in base al repertorio da eseguire. Mentre durante gli esercizi di tecnica vocale pura è importante usare la posizione di massima elevazione del palato superiore molle, durante il canto (moderno in particolare) utilizzerai solo quella strettamente necessaria a fare passare il suono con morbidezza.

C’è un altro modo per effettuare il passaggio di registro vocale in sicurezza e senza costrizione nella zona della gola, lo potrai scoprire nel video sotto. 

Se seguirai attentamente le istruzioni che ho riportato, potrai iniziare anche tu ad esercitarti per trovare la tua voce di consonanza di testa.

P.S. quello che vedrai nel video sotto è il frutto di oltre venti anni di studio e ricerca in ambito tecnica vocale e sto per metterlo a disposizione GRATUITAMENTE e, visto che le cose gratis solitamente non vengono apprezzate, ti consiglio di guardarlo e riguardarlo più volte, cercando di rubare qualcosa della mia tecnica.

PASSAGGIO DI REGISTRO VOCALE NON SIGNIFICA “VIOLENTARE” LE CORDE VOCALI!

Tornando quindi al nostro passaggio di registro vocale, un altro modo che preferisco perché più semplice e di facile applicazione – ma con le dovute attenzioni – è quello di pronunciare una “i” partendo dalla nostra zona della voce di petto – voce parlata – e pronunciarla in modo naturale.

Ora, prima che qualche luminare dei vocalizzi del “webbe” dica la sua, lascia che ti dica che lo so… sì sì lo so!

So che la maggior parte degli insegnanti di canto dice di non fare vocalizzi con la “i”, perché stringe, perché è una vocale piccola, va nel naso, bla bla bla… solo aria fritta.

VERAMENTE IL PASSAGGIO DI REGISTRO VOCALE PUÒ AGGIUNGERE ANCHE UN’OTTAVA DI ESTENSIONE?

Lo so cosa stai pensando: “Ma adesso mi sembra che stai esagerando Salvo… allora mi vuoi dire che se una nasce baritono lo trasformerai in un tenore? Dai, mica sei il ‘Mago di Segrate‘ tu, eh!”

Hai presente la voce da tenore? Ecco mettiamo il caso che tu sia un tenore e non sappia cosa sia il passaggio di registro vocale. Niente, nothing, nada de nada.

Bene, arriveresti ad un MI3 a malapena, con grande fatica e usando la sola voce di petto. 

Come faccio io ad aumentare di un’ottava l’estensione della tua voce? Semplice: dal FA3-SOL3 in poi ti farò cantare con la voce di testa fino ad un DO4 – RE4.

Magia? No, passaggio di registro vocale.

Non ho parlato di cambio di timbro vocale. Se nasci basso morirai basso e se nasci soprano morirai soprano. Su questo non ci piove.

Per questa ragione la maggior parte dei cantanti di musica pop canta con il 50% delle proprie potenzialità. C’è chi si ritrova per natura un timbro tenorile ma che a stento arriva al MI3 e magari non scoprirà mai il suo potenziale vocale.

La cosa che più mi fa specie è che noi abbiamo letteralmente inventato il modo di “cantare all’italiana”, quello che riguarda la scuola di musica napoletana e l’Opera lirica che tutto il mondo ci invidia ancora oggi, ma allo stesso tempo la snobbiamo etichettandola come “antica”, come se non fosse più necessaria per cantare.

Assurdo vero?

Da Wikipedia:

Il termine Scuola musicale napoletana o Opera napoletana identifica una specifica scuola di musica sviluppatasi a Napoli a partire dal XVIII secolo, la cui tradizione didattica perdurò ancora fino al primo Novecento.

La fama della scuola è legata allo sviluppo dell’opera a partire dagli anni venti del XVIII secolo, quando lo stile dei suoi maggiori esponenti andò rapidamente affermandosi sulle scene italiane ed europee. Tale affermazione fu resa possibile anche grazie a un sistema di istituzioni, denominate conservatori, originariamente nati come istituti di ricovero di minori orfani, abbandonati o poveri, che garantivano ai ragazzi una formazione musicale di livello professionale.

I conservatori

Inizialmente i conservatori avevano lo scopo di accogliere i bambini orfani e/o poveri non solo della città di Napoli ma di tutto il regno. Successivamente, al finire del secolo XVII, tra le materie insegnate fu introdotta anche la musica e ci si accorse ben presto che grazie alla possibilità di avere qualificati insegnanti del calibro di Francesco Durante, si riuscirono ad ottenere risultati di qualità, che permettevano ai giovani, una volta usciti, di intraprendere una carriera, come cantanti, strumentisti e compositori, o almeno di trovare un lavoro come musicisti.

La storia della scuola napoletana ruota a quattro conservatori fondati nella seconda metà del XVI secolo e che assunsero poi dalla seconda metà del XVII secolo un ruolo fondamentale per la vita musicale della città.

In ordine cronologico di fondazione, i conservatori sono:

Gli insegnamenti impartiti erano canto (essenzialmente quello ecclesiastico) composizione, violino, clavicembalo, arpa, corno ecc. I primi studenti erano gli orfani presi dalle strade napoletane. Successivamente, raggiunta una certa fama e prestigio, divennero delle vere e proprie scuole di musica con l’ammissione anche di studenti esterni provenienti dai ceti non poveri, dietro pagamento di una retta. Tra gli insegnanti più noti dei conservatori napoletani si ricorda, oltre al già citato Francesco Durante, Gaetano Greco, che ebbe tra i propri allievi Giuseppe PorsileNicola Porpora e Leonardo Vinci. Alla scuola di Durante si formarono invece alcuni tra i più importanti compositori del periodo successivo, quali Niccolò JommelliTommaso TraettaNiccolò PiccinniGiovanni PaisielloPietro Alessandro Guglielmi e Antonio SacchiniGiovanni Battista Pergolesi fu sia allievo di Greco (e di Leonardo Vinci), prima, sia poi di Durante.

Siamo così arrivati alla condizione odierna in cui l’improvvisazione  è ciò che la fa da padrona nell’insegnamento. Questo è uno dei motivi per cui molti insegnanti di canto, oltre a disconoscere i meccanismi base della laringe tra cui il passaggio di registro vocale, non conoscono nemmeno la musica: non credi che sia molto grave tutto ciò?

Noi italiani ci ritroviamo dunque come fanalino di coda (del mondo) nell’insegnamento dell’arte del canto, tirando fuori scuse come il fatto che “il mondo della musica è cambiato”, di conseguenza non serve più studiare una tecnica per prepararsi ad un mestiere tanto impegnativo e complesso come quello del cantante.

Sfida vocale in mix salvatore cilia

Stavamo parlando del passaggio di registro applicato quindi anche al canto moderno.

Prendiamo ad esempio Giorgia, con la sua bellissima voce, resta bloccata alla sua voce di petto spingendo eccessivamente tutte le note sopra il DO#4.

Affonda nelle sue note di petto fino al MI2, note che non le appartengono, usando il meccanismo laringeo M1 (voce di consonanza di petto) per poi fermarsi prima di passare alle consonanze di testa.

Mi piacerebbe sentirla cantare più in mix vocale, per il semplice fatto che potrebbe tirare fuori una vocalità degna di una cantante gospel: più ricca di armoniche e di potenza vocale.

Insomma, se vuoi cantare per davvero, grazie al passaggio di registro vocale, potrai scoprire una nuova vocalità, la tua nuova vera voce. Purché sia appoggiata e sostenuta rigorosamente da una Respirazione Centrale tramite il diaframma.

Se non sai di cosa sto parlando, vai a studiarti il Corso di Canto Gratuito che ho creato per i cantanti, pieno di particolari pratici e in grado – da solo – di portare la tua linea di canto al livello successivo.

ECCO SU QUALI NOTE DEVI EFFETTUARE IL PASSAGGIO DI REGISTRO VOCALE ED ESSERE SICURO AL 100% DI AVERE SBLOCCATO UN’ALTRA OTTAVA DELLA TUA VOCE

Se hai letto quello che ho scritto sopra allora posso finalmente svelarti a quale altezza dovrai effettuare il passaggio di registro vocale, ma prima voglio essere sicuro che tu abbia messo in sicurezza i concetti precedenti:

        • Non dare ascolto ai vocal coach improvvisati;
        • Individua con certezza il timbro della tua voce;
        • Impara ad usare la Respirazione Centrale (richiedi il corso gratuito);
        • Impara il movimento Inverso del Diaframma (richiedi il corso gratuito).

Ok, adesso che abbiamo chiarito le fondamentali, ecco la zona di passaggio di ogni timbro vocale specifico, considera che alcune voci più “leggere” posso anche girare la voce (effettuare il cambio) un semitono sopra, ma cautela:

PASSAGGIO DI REGISTRO VOCALE NELLE VOCI FEMMINILI

Le voci femminili a differenza delle voci maschili incontrano due passaggi vocali come indicato nell’immagine sopra, ma soffermiamoci nel secondo cambio di registro:

      • VOCE DI CONTRALTO DO#3/RE3
      • VOCE DI MEZZOSOPRANO MI3/FA3
      • VOCE DI SOPRANO FA#3/SOL3
PASSAGGIO DI REGISTRO VOCALE NELLE VOCI MASCHILI

Come per le voci femminili nell’uomo il cambio di registro è fondamentale per ampliare il range disponibile di note acute da poter cantare in voce piena.

Se sei un cantante o vorresti semplicemente apprendere una tecnica per intonare meglio tutte le note, allora non potrai tralasciare il cambio di registro:

      • VOCE DI BASSO DO#3/RE3
      • VOCE DI BARITONO MIb3/MI3
      • VOCE DI TENORE FA#3/SOL3

Considera che le voci più acute (soprano e tenore) devono fare maggiore attenzione al cambio di registro, visto che cantano ad un’altezza maggiore rispetto alle altre voci, quindi con una frequenza maggiore, questo significa che il movimento della membrane delle corde vocali sarà più veloce (a maggior ragione per la voce da soprano che canta all’ottava sopra rispetto al tenore).

In parole povere, “tirare” (maltrattare) le corde vocali sulle note acute di queste due voci può portare più facilmente alla creazioni di lesioni (noduli, edemi, polipi, ecc.) rispetto alle voci più gravi, per questo se vuoi cantare, devi necessariamente apprendere il passaggio di registro vocale e gestirlo con sicurezza.

Siamo arrivati alla fine di questo articolo.

Ti ho fatto già due regali di grande valore, quello che ti chiedo è di studiarli e metterli subito in pratica.


Ti piacerebbe ricevere un’analisi vocale da Salvatore Cilia?

==>> Chiedi una call con un nostro tutor cliccando QUI



Se hai delle domande scrivile qui sotto;)

 

Ricorda, cantare è grande piacere solo se lo fai piacere anche alle tue corde vocali!

Salvatore 

Condividi:

Salvatore Cilia

Salvatore Cilia

Cantante Lirico e creatore di Voce al Top­­™, il metodo di canto che ti permette di aggiungere fino ad una ottava di estensione alla tua voce in un terzo del tempo a prescindere dal genere musicale.

5 risposte

  1. Ciao,
    grazie per tutte le spiegazioni e i tutorial!
    Non mi ritrovo, però, in alcune indicazioni, probabilmente a causa della mia poca competenza tecnica professionale.
    Sono un soprano e studio canto moderno per passione su you tube da autodidatta. In passato ho preso lezioni di canto per alcuni anni, in modo amatoriale.
    Ho una voce abbastanza estesa: vado dal DO3 al DO6 (ovviamente le ultime note sono solo “urletti” poco articolati). Per me il Fa#3 e il Sol3 sono note di petto e non capisco esattamente cosa intendi per “secondo passaggio”. Io riscontro il passaggio fra voce di petto e voce di testa sulle note Fa4 e Sol4. Potresti darmi dei chiarimenti? Un saluto!

    1. Ciao Micaela, è corretto così come dici tu. Alcuni aspetti particolarmente tecnici è difficile da farli passare ma in questo caso si tratta di sottigliezze che non fanno la differenza 🙂

  2. Ugualmente non ci meraviglia come abbiano potuto cantare con successo gli stessi ruoli vocalita tra loro molto lontane, sia come peso vocale specifico che come stile tecnico-esecutivo: furono Duca di Mantova sia Tagliavini che Del Monaco, e Butterfly sia Toti Dal Monte che Raina Kabaivanska. Oggi allora, per il cantante, la questione e: visto che si possono danneggiare le corde vocali “spingendo” il volume della voce oltre le sue capacita strutturali (altrettanto facilmente quanto frequentando tessiture troppo elevate rispetto alla propria conformazione morfologica) il problema e quello di classificare una voce in maniera corretta non solo per estensione ma individuando l’idoneita del peso vocale a un dato repertorio e in base al taglio interpretativo che all’esecuzione si vuol dare. E’ una forma di prevenzione anche questa.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli Correlati

Freddie Mercury era davvero un baritono?

“FREDDIE MERCURY ERA UN BARITONO”.  A DIRLO FU IL CELEBRE SOPRANO MONTSERRAT CABALLÉ: VERO O FALSO? Di seguito vi propongo uno studio approfondito relativa all’analisi

VOCE AL TOP | Copyright © 2023 | Tutti i diritti riservati – P.IVA 02001020474

Privacy Policy    –     Cookie Policy

Questo sito non fa parte di Facebook™ o Facebook™ Inc. Inoltre, questo sito NON è approvato da Facebook™ in alcun modo. Facebook™ è un marchio registrato di Facebook™ Inc.
This Website is not a part of Facebook™ or Facebook™ Inc. Additionally, this site is NOT endorsed by Facebook™ in any way. Facebook™ is a trademark of Facebook™ Inc.

Seguimi sui miei social: